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Per la prima volta le imprese possono presentare un programma di investimenti per la realizzazione di un impianto di produzione di energia rinnovabile come unico intervento e con fondo perduto.
È la svolta green della Regione Puglia con un obiettivo preciso: l’autonomia energetica delle imprese.
Così la giunta regionale modifica gli aiuti per rispondere al fabbisogno delle aziende, messe in ginocchio dai costi sempre più insostenibili dell’energia. L’intervento regionale riguarda i Contratti di Programma, i Pia (Programmi integrati di agevolazione) Medie imprese, Piccole imprese e Turismo e il Titolo II Capo 3 (rivolto alle Pmi del commercio, dell’artigianato e del manifatturiero) e Capo 6 (per le Pmi del settore turistico-alberghiero). In particolare, lo strumento agevolativo rivolto alle imprese micro, piccole e medie noto come Titolo II Capo 3 e Capo 6, che favorisce lo sviluppo delle attività economiche delle Pmi facilitandone l’accesso al credito, grazie alle modifiche per la prima volta darà alle imprese la possibilità di presentare un programma di investimenti che preveda la realizzazione di un impianto di produzione di energia da fonte rinnovabile con fondo perduto e come unico intervento. Sarà possibile installare all’interno dell’azienda impianti eolici, solari (con tutte le tecnologie), macchine frigorifere a fonte geotermica (refrigeratori o pompe di calore) e impianti di produzione di energia termica o elettrica a biomasse (liquide, solide o gassose). Una novità di grande rilievo rispetto al passato quando una simile iniziativa era ammissibile solo se inserita all’interno di un più ampio progetto organico e funzionale ed era finanziabile quale impianto generale assimilato alle opere murarie e pertanto prevedeva solo un contributo calcolato sul montante interessi.
Sia per il Titolo II Capo 3 e Capo 6 che per i Contratti di Programma (per le sole Pmi) e Pia, è previsto, in presenza della garanzia COFIDI, un incremento della percentuale d’intensità dell’agevolazione; l’esl (equivalente sovvenzione lorda) dell’aiuto viene considerato e valutato oltre i limiti del 35% per le medie imprese e del 45% per le piccole. Le percentuali del contributo totale aumenterebbero così di 10 punti percentuali per le medie imprese e di 15 punti per le piccole imprese; quindi l’intensità dell’agevolazione raggiunge il 45% per le medie imprese e il 60% per le Piccole. In particolare, per il Titolo II Capo 3 possono essere agevolate anche le Pmi che si occupano del “trattamento che precede lo smaltimento dei rifiuti non pericolosi speciali solidi o non solidi” e dello smaltimento dei rifiuti di amianto. Tra le altre, sono agevolabili anche le spese per i sistemi di accumulo integrati dell’energia (storage) e per la realizzazione di stazioni di ricarica di veicoli elettrici e ibridi ad uso esclusivo delle imprese che propongono il progetto.
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